RECENSIONE: When We Collided di Emery Lord

TITOLO: When We Collided
AUTRICE: Emery Lord
PAGINE: 352

TRAMA:
Seventeen year old Jonah Daniels has lived in Verona Cove, California, his whole life, and only one thing has ever changed: his father used to be alive, and now he’s not. Now Jonah must numbly take care of his family as they reel from their tragedy. Cue next change: Vivi Alexander, new girl in town. Vivi is in love with life. A gorgeous and unfiltered hurricane of thoughts and feelings. She seems like she’s from another planet as she transforms Jonah’s family and changes his life. But there are always consequences when worlds collide.

RECENSIONE

When we collided mi ha lasciata un po’ perplessa, non l’ho trovato né “davvero bello” né ” davvero brutto”, il che mi rende parecchio difficile giudicarlo in modo chiaro. Inizio dunque a scrivere questa recensione senza un’idea ben definita in testa… Procediamo per step e vediamo insieme dove arriviamo.

Partiamo prima di tutto dai protagonisti, Vivi e Jonah. Entrambi hanno 17 anni e nonostante la loro giovane età hanno già vissuto e stanno tuttora vivendo momenti molto difficili: il padre di Jonah è morto circa 6 mesi prima l’inizio del libro, e da allora sua madre è piombata in una grave depressione, costringendo il ragazzo a occuparsi della casa, del ristorante di cui il padre era proprietario e dei suoi fratelli minori; anche Vivi viene da un periodo molto buio e, nonostante il suo apparente costante buonumore, in realtà nasconde grandi fragilità.
Tra i due protagonisti, nonché narratori, ho preferito sicuramente Jonah, infatti – pur non avendomi conquistata – devo dire di aver apprezzato la sua dolcezza, la sua bontà e il suo sconfinato altruismo. Vivi, al contrario, mi ha profondamente irritata: è fin troppo esuberante per i miei gusti, spesso infantile nei modi di fare e brusca con Jonah. Secondo me il rapporto tra i due si è sviluppato troppo in fretta, ho fatto fatica a capire perché si siano innamorati. Ho percepito la loro relazione più come un’inevitabile attrazione dovuta alle circostanze che non come un amore consapevole.

Vorrei concentrarmi ora sul disturbo bipolare di Vivi. Soltanto verso la fine del libro viene esplicitamente spiegato che la protagonista ne soffre, sebbene i segnali ci siano tutti fin dalle prime pagine e non siano nemmeno troppo difficili da cogliere per chiunque abbia un minimo di familiarità con il tema. Non mi è facile esprimere un giudizio non superficiale sul modo di fare di Vivi, perché molti dei suoi comportamenti che non ho apprezzato sono probabilmente frutto del bipolarismo. L’errore secondo me è stato dell’autrice, che non è riuscita a rappresentare bene il disturbo di Vivi e a farci empatizzare con lei. L’uso della malattia come plot twist rende più difficile per il lettore capire veramente la ragazza, il rischio è proprio di trovarla fastidiosa per buona parte della storia. Le ultime pagine – da dopo la rivelazione – sono quelle che ho apprezzato di più, quelle più oneste e costruttive sia per Vivi sia per Jonah.

Nel romanzo incontriamo poi altri personaggi che arricchiscono le giornate dei due protagonisti, come la madre della ragazza e i fratelli e le sorelle di lui. Mi è piaciuta in particolare la sorellina più piccola di Jonah, Leah: con la sua ingenuità e sfacciataggine da bambina mi ha più volte strappato un sorriso.
Sottotrama che non mi ha convinta per nulla è quella che riguarda il padre di Vivi: è un pezzo di storia che l’autrice ha buttato lì un po’ a caso, senza svilupparla con la dovuta attenzione. Non apporta nulla alla crescita delle protagonista, è solo un ulteriore momento drammatico non necessario.
Non mi ha entusiasmato molto nemmeno lo stile di scrittura: l’ho trovato un po’ piatto; inoltre, nonostante il ritmo della narrazione non sia lento, ci sono un sacco di scene “vuote” che si potrebbero eliminare senza problemi. Sono ben scritti alcuni frammenti di pensieri di Vivi – caotici, veloci, istintivi – durante le fasi maniacali. Qua e là ho apprezzato anche qualche frase particolarmente “poetica”.

Per concludere, direi che When We Collided era un romanzo con un buon potenziale che però non è stato sfruttato a dovere. Il disturbo bipolare è un tema molto interessante da trattare in sé, mentre qui è risultato diluito in una storia d’amore – parecchio fiacca – che non fa brillare nessuna delle due componenti del libro. Peccato. Prossimamente dovrebbe uscire anche un film tratto dal romanzo: speriamo che sia migliore.

Marta

amore, bipolarismo, recensione, Young Adult

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