RECENSIONE: We can’t keep meeting like this di Rachel Lynn Solomon

TITOLO: We can’t keep meeting like this
AUTRICE: Rachel Lynn Solomon
EDITORE: Simon & Schuster
PAGINE: 321

Disponibile solo in inglese!

TRAMA:
Quinn Berkowitz and Tarek Mansour’s families have been in business together for years: Quinn’s parents are wedding planners, and Tarek’s own a catering company. At the end of last summer, Quinn confessed her crush on him in the form of a rambling email—and then he left for college without a response. Quinn has been dreading seeing him again almost as much as she dreads another summer playing the harp for her parents’ weddings. When he shows up at the first wedding of the summer, looking cuter than ever after a year apart, they clash immediately. Tarek’s always loved the grand gestures in weddings—the flashier, the better—while Quinn can’t see them as anything but fake. Even as they can’t seem to have one civil conversation, Quinn’s thrown together with Tarek wedding after wedding, from performing a daring cake rescue to filling in for a missing bridesmaid and groomsman. Quinn can’t deny her feelings for him are still there, especially after she learns the truth about his silence, opens up about her own fears, and begins learning the art of harp-making from an enigmatic teacher. Maybe love isn’t the enemy after all—and maybe allowing herself to fall is the most honest thing Quinn’s ever done.

RECENSIONE

We can’t keep meeting like this è il terzo libro che leggo di Rachel Lynn Solomon e per ora è il mio preferito dell’autrice.

Rispetto a Today, Tonight, Tomorrow e a The ex talk, in questo romanzo ho trovato il protagonista maschile molto meglio costruito. Nonostante la storia sia narrata per intero in prima persona dalla protagonista femminile, Tarek è un personaggio assolutamente tridimensionale, riusciamo a capire senza grandi difficoltà le ragioni che stanno dietro le sue scelte e i suoi comportamenti. Sono due in particolare gli aspetti che ho apprezzato di questo ragazzo. Il primo è la sua passione per la pasticceria, io amo cucinare dolci dunque non ho potuto che adorare questa sua qualità (fra l’altro Tarek vuole specializzarsi nella preparazione di dolci per persone con allergie alimentari di vario tipo e questa sua attenzione mi ha fatto molto piacere perché io stessa per un certo periodo mi sono dovuta ingegnare a cucinare dolci senza un sacco di ingredienti che non potevo mangiare). Il secondo aspetto che mi ha colpita è il suo romanticismo. Di solito è la protagonista femminile di romanzi e film a sognare il grande amore, ad avere una visione piuttosto fiabesca ed edulcorata del sentimento amoroso, in questo caso, invece, la situazione è ribaltata: Tarek crede nel destino e nell’importanza di dimostrare il proprio amore tramite la “messa in scena” di  grandi gesti, al contrario Quinn ha una visione piuttosto pessimista e disillusa dell’amore.

Se Tarek mi è piaciuto, mi è piaciuta ancora di più Quinn, sia come narratrice che come personaggio. Quinn si trova in un momento piuttosto delicato della sua vita: ha appena finito il liceo e si prepara ad affrontare il college; il problema è che questo nuovo capitolo della sua vita è già stato scritto per lei dai suoi genitori: tutti si aspettano che Quinn studi business all’università per poi portare avanti l’attività di famiglia; la ragazza, però, non ha nessuna intenzione di passare il resto della sua esistenza a organizzare matrimoni, soltanto che non sa come dirlo ai suoi genitori senza ferirli…
Il problema ancora più grande che si ritrova ad affrontare è che non ha la più pallida idea di quello che davvero vorrebbe fare nella sua vita. Se sapesse cosa le piacerebbe studiare, per lei sarebbe molto più facile dire di no ai suoi genitori, soltanto che non lo sa. Spesso nel corso della storia la protagonista si chiede proprio “Cosa potrei studiare al posto di business?”, “Dove mi vedo tra 10 anni?”, “Qual è il lavoro dei miei sogni?”… dubbi assolutamente leciti e realistici condivisi da molti giovani. In questo senso posso dire di essermi rivista parecchio in Quinn, infatti anch’io mi pongo in continuazione domande relative a quello che dovrei studiare e fare negli anni futuri.

La chimica tra Quinn e Tarek è ottima: la loro non è soltanto una storia d’amore, ma anche una storia di crescita e cambiamenti; i due ragazzi si aiutano reciprocamente a maturare e a migliorarsi, a correggere i loro errori, nonché a smussare e in alcuni casi anche ad accettare le loro imperfezioni.

Altro aspetto che ho apprezzato molto è l’attenzione prestata dall’autrice alla discussione di argomenti di cui, purtroppo, si continua a parlare troppo poco. Vi sono, infatti, intere pagine in cui i due protagonisti parlano molto candidamente delle loro insicurezze e delle varie difficoltà che si sono ritrovati ad affrontare: Tarek racconta a Quinn di aver vissuto un periodo di forte depressione durante il suo primo anno di college e la ragazza gli rivela di soffrire di OCD. Credo che l’autrice abbia fatto un ottimo lavoro dando importanza alla discussione di questi argomenti senza però presentarli necessariamente come tratti dominanti dei due personaggi: Quinn ha l’OCD, senza però essere l’OCD, la sua personalità non è ridotta esclusivamente a questo disturbo, l’OCD non è altro che uno dei tanti tratti del suo essere.

Rachel Lynn Solomon è stata molto abile anche nella costruzione delle relazioni che Quinn ha con gli altri personaggi, oltre che con Tarek: i suoi genitori, sua sorella, la sua migliore amica, Maxine…
Mi ha colpito soprattutto il rapporto tra la protagonista e Maxine, produttrice di arpe e musicista professionista.  L’incontro con quest’ultima cambia completamente la vita della ragazza, infatti la donna la aiuta a risvegliare il suo amore, ormai da tempo assopito, per la musica e a scoprire aspetti per lei del tutto inediti dell’arpa, strumento che Quinn suona da quando è poco più che una bambina. Mi piace pensare a Maxine come ad una sorta di fata madrina che accorre in aiuto a Quinn con i suoi mille consigli e le sue perle di saggezza.

We can’t keep meeting like this ha tutte le carte necessarie per essere un buon romance: è scritto bene, la storia scorre piacevolmente, i personaggi sono ben costruiti e ai soliti cliché del genere si uniscono discussioni e riflessioni molto attuali.

Marta

amore, recensione, romance

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