RECENSIONE SERIE TV: Looking for Alaska
Cercando Alaska di John Green è da sempre uno dei miei libri preferiti, motivo per cui non vedevo l’ora che ne realizzassero un film. Devo ammettere che ero un po’ preoccupata quando ho visto che avevano deciso di trasformarlo in una serie tv… si sa che molte volte gli adattamenti televisivi si discostano parecchio dalla storia originale. Per fortuna i miei timori si sono dissolti non ho appena ho iniziato a guardare il primo episodio.
Per chi non avesse letto il libro di John Green, ecco un breve riassunto: Miles è il tipico ragazzo un po’ “sfigato” che vive di studio e non ha amici; tuttavia una particolarità lo contraddistingue: ha una passione per le Ultime Parole Famose, ovvero quelle frasi pronunciate dalle persone appena prima di morire. Proprio una di queste citazioni spinge Miles a partire per Culver Creek, un collegio dell’Alabama, dove spera di trovare “il Grande Forse” di Rabelais; a Culver Creek Miles inizia a vivere l’avventura della vita, incontrando nuovi amici e, soprattutto, conoscendo Alaska.
La storia di Miles si divide in due periodi: un Prima e un Dopo. A differenza del libro, nella serie tv ci viene mostrato subito l’evento che costituisce lo spartiacque tra questi due momenti; detto sinceramente secondo me sarebbe stato meglio limitarsi a scrivere all’inizio di ogni episodio il countdown, creando così più suspense prima di svelare l’evento che ha segnato la vita di Miles.
A parte questo appunto, direi che per il resto non ho che da lodare la serie tv di Cercando Alaska.
Il primo aspetto positivo è la fedeltà alla storia originale: eccetto che per qualche elemento aggiuntivo, la serie tv segue di pari passo il libro di John Green, tutte le scene principali sono state rappresentate pressochè in modo identico al romanzo, perfino i dialoghi sono stati riportati senza troppe modifiche. Inoltre, e soprattutto, la serie tv è riuscita a conservare l’essenza della penna di John Green: una certa malinconia mista a grande ironia pervade ogni singola scena, riproducendo quella magia che mi aveva fatta innamorare dei personaggi e della storia originari.
Per occupare quasi 8 ore di serie tv, è stato necessario ampliare la trama del romanzo, e devo dire che le aggiunte apportate sono state perfette. Il bello delle serie tv è che danno la possibilità di andare oltre il protagonista principale, per farci così conoscere meglio tutti gli altri personaggi.
In particolare, molto spazio è stato dedicato a Chip (detto il Colonnello), ovvero il compagno di stanza di Miles: nonostante la giovane età, il Colonnello ne ha già passate tante nella sua vita, eppure non si arrende mai, continua a combattere per realizzare i suoi sogni, così da dare a sua madre e a se stesso una vita migliore. Viene approfondita anche la sua relazione con Sara, una relazione di amore/odio, in cui la loro differenza sociale rischia spesso di avere la meglio sui loro sentimenti.
Altro personaggio che acquista più importanza è l’Aquila, ovvero il preside della scuola, uomo che sotto la spessa corteccia nasconde in realtà un cuore tenero; molto carina la sua storia d’amore con la professoressa di francese del campus, storia di cui non si parla nel libro, ma che va ad aggiungere un pizzico di dolcezza all’aspro cuore del signor Starnes.
Semplicemente geniale è stata anche la rappresentazione del Signor Hyde, professore di religione a Culver Creek: con il suo parlare filosofico sprona Miles e i suoi amici a porsi delle domande, ad andare oltre la semplice apparenza della vita di tutti i giorni, diventando, così, per alcuni di loro un confidente e un amico.
Oltre all’ottima gestione della storia e dei personaggi, ho apprezzato la scelta degli attori, infatti ognuno è stato in grado di incarnare il suo personaggio al meglio, riuscendo a cogliere e a trasmettere tutte quelle sottigliezze, tutte quelle particolarità che rendono ogni personaggio di John Green unico e speciale. All’inizio, in realtà, avevo qualche dubbio sull’attrice scelta per Alaska, semplicemente perchè mi ero sempre immaginata il suo personaggio fisicamente diverso, quindi non riuscivo a vedere in lei la personalità intricata e fuori dagli schemi di Alaska, eppure dopo metà episodio ogni mio timore è completamente scomparso.
Altro punto a favore della serie tv è stata la riduzione del “degrado” di Miles: nel libro non ho mai apprezzato che Miles passasse dall’essere un ragazzo “casto e puro” a ubriacarsi e fumare, ovvero ad assumere gli stessi vizi dei suoi nuovi amici; per fortuna nella serie tv hanno attutito molto questo comportamento, presentando un Miles che rimane più fedele alle sue radici.
A chi consiglio di vedere questa serie tv? Direi a chiunque, poichè è molto di più di una semplice storiella di liceali: è filosofia, è follia, è passione e amicizia, è dolore e gioia… In poche parole? È vita.
Conoscete il libro? Vi piacerebbe vedere la serie?
Buona lettura
Noooo! C’è la serie tv? Non lo sapevo, il libro mi era piaciuto molto. Devo vedere la serie allora.
Alex Astrid
Yes, devi 😉
La serie è veramente ben fatta.