RECENSIONE: Più che Umano di Fabrizio “Jorily” Zuccari
TITOLO: Più che Umano – Il passato che non c’è più
AUTORE: Fabrizio Zuccari
PAGINE: 202
TRAMA (redatta da Adelaide):
Adam Lasttri viene risvegliato dall’ibernazione dopo duecentocinquanta anni in un mondo sopravvissuto a una guerra nucleare scoppiata al tempo della sua ibernazione. Era stato sottoposto all’esperimento insieme ad altre duecento persone, molte delle quali non hanno superato la fase del ritorno alla vita, altri hanno manifestato danni cerebrali permanenti e un altro ancora sembra essere sparito nel nulla. Lui è tra i pochi fortunati ad avere recuperato tutte le funzioni intellettive e fisiche, unica lacuna rimane la memoria del suo passato. Trascorre circa due anni in ospedale sia per la riabilitazione fisica che per l’apprendimento del nuovo assetto mondiale e le sue leggi, al fine di venire reinserito nella società con le stesse mansioni cui era stato catalogato al momento dell’ibernazione: detective.
La popolazione sopravvissuta è vittima di “degenerazione”, un danno genetico che impedisce la procreazione (si ricorrere alla fecondazione in vitro) e che può manifestarsi in diverse fasi della vita portando a una morte atroce in pochissimo tempo. Unico aiuto viene da un farmaco che si è costretti a prendere a vita e che viene prodotto da una sola multinazionale.
Il primo incarico di Adam si rivela fin da subito alquanto complicato, si sospetta il traffico di organi ma il modus operandi mostra diverse anomalie. Toccherà a lui, con la sua impressionante attenzione per i minimi particolari, dare un valido aiuto, ma il suo passato…
RECENSIONE
Il romanzo ha un buon intreccio, e non è errato parlare di due gialli in uno. Il primo riguarda gli omicidi su cui il detective è chiamato a indagare, l’altro riguarda il protagonista stesso e il suo passato; in tal modo la vita di Adam è messa in pericolo – almeno in apparenza – da ben due diverse situazioni. Gli eventi sono ben concatenati e ho trovato la scrittura molto scorrevole; le migliori inquadrature fantascientifiche, a mio parere, sono quelle che riguardano il campo medico, medico-legale e la genetica in particolare. Non mancano trovate futuristiche, come la corda che si smaterializza e la rimarginazione delle ferite di un determinato personaggio (non voglio svelare troppo).
Ciò che non mi ha affascinata del tutto è stata la “costruzione” del nuovo mondo. L’autore, a mia impressione, ha dato più valore all’intreccio poliziesco che all’ambientazione futuristica. Cerco di argomentare al meglio e porto degli esempi. Tra l’oggi e un futuro lontano di 250 anni credo che l’evoluzione debba essere molto più avanti. Nel testo ci sono le scrivanie il cui piano è un display dove appaiono in tempo record le varie ricerche, una cosa che vediamo già adesso in tv. E anche: è giustificato il fatto che non ci siano più le grandi metropoli, la stessa New York – ribattezzata Cidice, Città di Costa Est – al posto dei grattacieli ha delle villette; e qui mi chiedo: anche queste non avrebbero dovuto mostrarsi al lettore con una certa “originalità”? Non so se la mia critica sia corretta perché l’autore ha ben ingegnato la totale perdita di memoria circa il passato di Adam, che quindi non ha alcun parametro per confrontare il passato con quel presente, ma il lettore sì. Alla fine, gli ambienti, i personaggi e il loro linguaggio mi sono arrivati identici al nostro tempo attuale.
Pregio dell’autore è l’avere mantenuto le conoscenze istintive dell’uomo (Adam Lasttri), che nonostante abbia perso la memoria mantiene intatto il suo intuito. Altro personaggio accattivante è quello della collega Charlotte Polland, detta Totty, che porta sul viso i segni della degenerazione.
In conclusione: mi è piaciuto? Sì, però con qualche riserva circa la “ricostruzione” del mondo futuro.