RECENSIONE: P.S. Ti amo ancora – Netflix
P.S. Ti amo ancora è meno sorprendente del film precedente, meno ritmato, con una trama più classica (lei-lui-l’altro) e in qualche modo meno inaspettato; tuttavia la sua forza rimane: anche questo film – forse addirittura più di Tutte le volte che ho scritto ti amo – riesce a raccontare con sincerità l’amore adolescenziale, con tutte le paure che questo porta con sé. Lara Jean, nel suo essere ovviamente fuori dal comune, è vera, coinvolgente, permette immedesimazione e si racconta senza filtri. È difficile capire come gestire una “relazione seria”, è difficile trovare e fissare dei limiti – dei confini – tra due persone, è difficile amalgamarsi rimanendo se stessi, è difficile aprirsi e conservarsi allo stesso tempo… P.S. Ti amo ancora mette a nudo questi sentimenti in tutte le loro sfumature e con il giusto pizzico di ingenuità.
Noah Centineo e Lana Condor sono gli ingredienti speciali di questa serie: anche in P.S. Ti amo ancora dimostrano di saper dar vita a due personaggi coinvolgenti nella loro semplicità.
Lana Condor è, senza ombra di dubbio, la vera star di questa storia. Il suo sguardo sognante, le espressioni imbarazzate, gli abiti stravaganti e unici, la voce dolce e un po’ infantile, i movimenti imbarazzati… La sua Lara Jean è la ragazzina innamorata per eccellenza, la ragazzina alla sua prima volta… o meglio, le sue prime volte in quasi tutto. È innamorata, sente le farfalle nella pancia e sogna una storia da favola. Nella vita reale, però, il principe azzurro non esiste per davvero: le relazioni non sono così patinate e non vanno sempre al top. LJ è una ragazzina impaurita, che teme di sbagliare, di non essere all’altezza; una ragazzina che ama tantissimo e spera (troppo) di essere amata nello stesso, idilliaco, modo.
Peter Kavinsky è finora (a mio parere perlomeno) la miglior interpretazione di Centineo, che in questi panni diventa il sogno di ogni teenager. Il Peter di Noah è dolce, spontaneo ed estremamente socievole; in questo secondo film, però, l’attore riesce anche a dare una spruzzatina di goffaggine al suo personaggio: Peter non è affatto perfetto, anzi, è solo un ragazzino e proprio per questo manca – nonostante le paranoie di Lara Jean – di esperienza. Non sa come comportarsi per essere il fidanzato perfetto, come sa come rendere sempre felice la sua ragazza… ci prova, ma a volte sbaglia. Cosa colpisce particolarmente gli spettatori, e soprattutto le spettatrici? La sua buona volontà: la felicità di LJ gli sta a cuore da morire e farebbe di tutto per farla sorridere. È un ragazzino, certo, ma è un ragazzino innamorato. Il suo è quel primo grande incontrollabile amore che non si scorda mai, il piccolo grande amore cantato da Baglioni insomma. Non è la sua prima esperienza di “relazione”, ma sicuramente è la prima volta che prova un sentimento così complesso, profondo e… bellissimo.
L’alchimia tra i due protagonisti è evidente. Niente da aggiungere (anche perché ho già scritto fin troppo su loro due…).
A differenza di molti altri, io non ho trovato particolarmente avvincente il personaggio di John Ambrose McClaren: è, in breve, il terzo di ogni triangolo. Più che John in sé, ritengo che sia interessante la reazione di Lara Jean al loro incontro, nonché l’approfondimento e comprensione di sé che il legame tra loro la porta a sviluppare.
Il film, nonostante la brevità, trova spazio anche per qualche personaggio secondario: in P.S. Ti amo ancora abbiamo modo di conoscere meglio Gen, ridere quando compare Chris, tramare con Kitty e seguire con curiosità la storia tra il padre delle sorelle Covey e la vicina di casa.
Personalmente avrei preferito un film più lungo, sulle due ore circa, perché credo che il finale sia un po’ affrettato: un quarto d’ora in più avrebbe permesso a Lara Jean di maturare con più calma, rendendo l’happy ending meno classico.
In conclusione? Non mi sento di giudicare il secondo film come migliore o peggiore del primo: è semplicemente diverso.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Se non l’avete già visto… buona visione!