RECENSIONE: Morte all’ombra dello Space Needle di Marcella Nardi
TITOLO: Morte all’ombra dello Space Needle
AUTRICE: Marcella Nardi
PAGINE: 265
EDITORE: self
TRAMA:
(redatta da Adelaide):
L’avvocato Joe Spark, noto per essere un paladino della giustizia vera, viene avvicinato da un anziano e misterioso Signor Robinson che gli propone di aiutarlo a indagare sull’omicidio di una ragazza di 16 anni uccisa trent’anni prima, figlia di una facoltosa famiglia dell’epoca.
L’intento è quello di riabilitare il nome di David Bolan, un disadattato reo confesso condannato per l’omicidio e morto in carcere suicida.
Secondo Robinson si tratta di un errore giudiziario.
Fin dal primo incontro Joe Spark rimane suggestionato dallo sguardo di Robinson e pur conscio delle scarse possibilità di riuscita (qualora fosse vera la tesi dell’uomo) si mette alla ricerca di documenti conservati in un vecchio archivio.
Un passo dopo l’altro, tra le conversazioni avute con l’anziano avvocato Kafca difensore (ma non troppo) di Bolan – del quale Spark ha rilevato lo studio anni prima – e un giornalista che gli recupera vecchie bozze di articoli sul caso, si comincia a dipanare l’intreccio che porterà alla scoperta anche di altri misteri.
RECENSIONE
Comincio dicendo che questo bel giallo non è un vero thriller. Lo affermo per via di quella sottile differenza che vede questo sottogenere maggiormente incentrato sull’azione (sopravvivere a un ultimatum, la corsa per evitare una morte, cimentarsi in rocamboleschi inseguimenti… e via di questo passo), mentre qui la nostra autrice si basa sull’indagine classica: la ricerca di documenti e le domande poste alle persone coinvolte.
Gli eventi vecchi e nuovi girano intorno al mondo dei Media, personaggi al disopra delle regole, fotografi di grido e un duo canoro caduto nell’oblio dopo avere scalato le classifiche al tempo dell’omicidio.
Superate le prime pagine dove personalmente ho avvertito la presenza di alcuni cliché (mi riferisco a frasi come: “L’acqua era stranamente piatta come una tavola…” oppure: “Esisteva la possibilità che degli scheletri potessero essere pronti a ruzzolare fuori da qualche armadio”), il libro scorre molto bene, la narrazione è accattivante e se il lettore ha tempo a disposizione leggerà volentieri, senza interrompersi. Non mancano la suspense e i colpi di scena, morti naturali e non.
Poco alla volta ogni tassello si incastra, ma non tutto è frutto di indagine e intuito, perché esiste anche la casualità.
Una delle tante domande che accompagnerà Joe Spark lungo le indagini è la seguente: perché il Signor Robinson è così deciso a risolvere questo caso? È solo voglia di giustizia?
Ho trovato l’intreccio credibile e ben congegnate le cause che hanno scatenato e concatenato gli eventi, elementi che in un giallo sono molto importanti. Eppure, a mio parere, un paio di cose potevano essere curate meglio. La prima è il movente che genera il colpo di scena finale che, per quanto suggestivo e davvero sorprendente, mi è sembrato quello meno “preparato” (magari sarà stata colpa mia che ho colto meglio l’architettura delle altre cause); la seconda è proprio il personaggio della vittima sulla quale Robinson vuole indagare. L’autrice ne fa, oltre che una capricciosa e narcisista, anche una sorta di femme fatale. Bene, non mi ha convinta l’età della ragazza: 16 anni mi sono sembrati pochi per una personalità così complessa. La questione del consenso inerente (non voglio fare spoiler) poteva essere risolta diversamente.
Tengo a precisare, però, che queste mie perplessità non inficiano il lavoro della Nardi, in quanto possono essere solo frutto di una mia personale percezione.
In sintesi lo ritengo un buon giallo, ma con qualche accorgimento in più sarebbe stato ottimo. I lettori, ad eccezione di quelli troppo esigenti come me, rimarranno comunque soddisfatti. Sono certa che Marcella Nardi, come giallista, possa ancora regalarci molto.