RECENSIONE: Morte agli infedeli di Francesco Mario Passaro
TITOLO: Morte agli infedeli
AUTORE: Francesco Mario Passaro
EDITORE: Ianieri
TRAMA:
Mancano pochi giorni alla festa di San Gennaro. Nessun festeggiamento può rendere felice Nerea Fusco, vicequestore di Napoli. Sua figlia Lidia è malata e sta per lasciare lei e Gaia, la sorella gemella. Nemmeno la morte del Cardinale Bondja può scuotere Fusco dal suo dolore. Durante i funerali del Cardinale un gruppo di jihadisti riesce a impossessarsi del Duomo di Napoli e a prendere in ostaggio il sindaco, alcuni giudici, dei malavitosi e degli attori. I terroristi, oltre alla scarcerazione di un jihadista e al tesoro di San Gennaro, vogliono armi e droga della criminalità organizzata. Rashad, il loro capo, è disposto a uccidere e comincia subito e non sembra intenzionato a fermarsi. Nerea, esperta nelle trattative con pentiti e fonti confidenziali, deve mettere da parte il suo dramma personale e mediare con Rashad.
RECENSIONE
Napoli, in un futuro prossimo. L’azione comincia fin da subito: siamo al ristorante, e il cardinale e il suo addetto stampa siedono a tavola e fanno conversazione in tutta tranquillità, mentre leggono i quotidiani del giorno. Sua eminenza è molto allarmato a causa di un articolo sul terrorismo jihadista: scambia qualche battuta preoccupata con il suo collaboratore, che cerca di minimizzare. Una donna in abito nero riconosce l’alto prelato e gli chiede di scattare un selfie insieme a lui: “Posso pubblicarlo su Facebook?” domanda timidamente, per poi allontanarsi e lasciare i due commensali al loro fragrante piatto di pasta al sugo. Ma i timori del cardinale si riveleranno profetici: dopo la prima forchettata, l’alto prelato cade a terra sentendosi soffocare, e a nulla vale il pronto intervento di un medico presente in sala…
Questo l’inizio folgorante di un giallo come non ne leggevo da tempo. L’argomento, attualissimo: il terrorismo basato sul fondamentalismo religioso, una città di Napoli con tutte le sue contraddizioni da una parte e il suo calore dall’altra, una ispettrice di polizia colta in un momento drammatico della sua vita, costretta a mettersi a capo delle indagini, anche se poi si ritrova immobilizzata nell’inazione dai meccanismi farraginosi della piramide di comando…
Ammetto che all’inizio sono rimasta un po’ turbata: ecco, i cattivi jihadisti sempre più cattivi… il Duomo di Napoli pieno di gente bloccata all’interno, che esagerazione… eppure a poco a poco l’autore svela le sue carte e alla fine tutto si spiegherà e nulla sembrerà più così esagerato, alla luce dell’enormità del dramma intorno a cui ruota tutta la vicenda. E anche la follia dei terroristi a cui assistiamo nel romanzo, ben al di là dello stereotipo che ci fa subito pensare a dei fanatici strumentalizzati al soldo di una macchinazione internazionale, apparirà come il frutto di menti distorte ma umane, come in ogni giallo che si rispetti.
La narrazione è scorrevole e avvincente, ma mai banale: mentre non si sottovalutano i reali pericoli dell’integralismo, allo stesso tempo si mettono in luce i tanti intoppi che incontra la polizia nel nostro Paese, dalla malavita organizzata alla burocrazia tentacolare che interferisce in ogni cosa; il finale poi è il classico pugno nello stomaco, perché se l’autore qualcosa ci lascia intuire, quando il vaso di Pandora si scoperchia ogni ipotesi per quanto azzardata crolla per fare posto a una realtà inimmaginabile.
Ho amato molto questo romanzo: dico a mia discolpa che i romanzi gialli o thriller o ancora meglio quando tendono al noir sono la mia lettura preferita, il genere che non smetterei mai di leggere; ma credo che quando affrontano temi così attuali siano ancora più interessanti, proprio perché nella finzione dell’indagine sviscerano gli aspetti più oscuri dell’animo umano, spesso con maggiore libertà rispetto ad altri generi. Concludendo, credo che questo romanzo possa essere letto da chiunque ami leggere di delitti e indagini con un occhio all’attualità e alla splendida città di Napoli e alla sua cattedrale, testimone di questa vicenda terribile e che adesso ho una gran voglia di visitare prima che… non si sa mai!
Cosa ne pensate? Vi ispira?
Alice Croce Ortega
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