RECENSIONE: Love on the Brain di Ali Hazelwood
TITOLO: Love on the Brain
AUTRICE: Ali Hazelwood
PAGINE: 368
(LIBRO LETTO IN INGLESE)
TRAMA:
Bee Königswasser lives by a simple code: What would Marie Curie do? If NASA offered her the lead on a neuroengineering project – a literal dream come true – Marie would accept without hesitation. Duh. But the mother of modern physics never had to co-lead with Levi Ward. Sure, Levi is attractive in a tall, dark, and piercing-eyes kind of way. But Levi made his feelings toward Bee very clear in grad school – archenemies work best employed in their own galaxies far, far away. But when her equipment starts to go missing and the staff ignore her, Bee could swear she sees Levi softening into an ally, backing her plays, seconding her ideas… devouring her with those eyes. The possibilities have all her neurons firing. But when it comes time to actually make a move and put her heart on the line, there’s only one question that matters: What will Bee Königswasser do?
RECENSIONE
Love on the Brain è la terza opera che leggo di Ali Hazelwood, e devo dire che questo romanzo si aggiudica un buon secondo posto nella mia classifica di gradimento dei libri dell’autrice: non mi ha catturata completamente come è riuscito a fare The Love Hypothesis, ma mi ha fatto svolazzare qualche farfalla in più nella pancia rispetto alla trilogia di racconti Loathe to Love You.
Love on the Brain è il tipico romance enemies-to-lovers in cui la protagonista scopre che il suo interesse amoroso è follemente innamorato di lei da anni, nonostante fosse convinta fino a poco prima che tra loro non scorresse buon sangue. Come è ricorrente in tutti gli scritti dell’autrice, anche qui la love story è ambientata nel mondo delle STEM: la protagonista, Bee, è infatti una neuro-scienziata che è stata assunta dalla NASA per portare avanti un progetto potenzialmente rivoluzionario per le spedizioni spaziali. Il protagonista maschile, Levi, rispetta i tratti fisici e caratteriali che Ali Hazelwood (ma in realtà anche molte altre autrici di romance) assegna sempre all’interesse amoroso della protagonista: esageratamente alto, possente, riservato, serio, distaccato.
Nonostante i cliché e la prevedibilità della storia, Love on the Brain è riuscito a farmi battere il cuoricino. Mi è piaciuto come l’autrice ha costruito la storia tra Bee e Levi: i due si spronano reciprocamente a dare il meglio e a migliorarsi, sia al lavoro che nelle loro vite private; Levi aiuta Bee a credere di più in se stessa e nelle sue potenzialità, Bee ricambia aiutando Levi a liberarsi della sua dura corazza. Si sostengono inoltre nei momenti di solitudine, infatti entrambi hanno dovuto affrontare difficoltà e perdite importanti nella loro vita, ma proprio per questo riescono a capirsi meglio di quanto potrebbe fare chiunque altro. Direi che con questo romanzo Ali Hazelwood ha voluto sottolineare l’importanza di una buona comunicazione per riuscire ad avere una solida relazione… qualche parola in più da parte di entrambi avrebbe sicuramente permesso loro di non sprecare tempo.
Altro aspetto che ho apprezzato molto è il maggior spazio che l’autrice ha riservato all’ambiente lavorativo dei due protagonisti: pagine intere sono dedicate proprio al progetto che devono realizzare insieme. Forse questa è conseguenza del fatto che Ali Hazelwood è laureata in neuroscienze e insegna questa disciplina all’università.
Protagonista di questo libro è anche, in un certo senso, Marie Curie, che Bee considera il suo modello di riferimento, tanto da aver aperto un account su Twitter chiamato @whatwouldmariecuriedo intorno a cui si è creata una community formata da studentesse, scienziate e ingegnere per sostenersi e aiutarsi le une con le altre a navigare il mondo difficile e spesso misogino/maschilista delle STEM.
Bee penso che sia la mia protagonista preferita delle opere che ho letto finora dell’autrice: intelligente, spiritosa, molto ironica, forse un po’ eccentrica, sempre con la battuta pronta; con i capelli viola, i piercing e vestiti che stonano decisamente con l’ambiente in cui lavora, Bee sa sicuramente come farsi notare e come catturare l’attenzione. Ho trovato molto carino anche che Ali Hazelwood si sia ispirata a se stessa per costruire questo personaggio, infatti tra lei e Bee ci sono diversi punti in comune, sia nell’aspetto fisico che, soprattutto, nelle esperienze di vita.
Se ho adorato Bee, Levi invece non mi ha convinta pienamente. In realtà non so nemmeno io il perché, ma semplicemente non è scattata la scintilla. Ho preferito decisamente il protagonista di The Love Hypothesis, il professor Carlsen.
Altro personaggio di cui vale la pena parlare oltre ai due protagonisti, è Rocio, ovvero la giovanissima assistente di Bee: con il suo umorismo decisamente noir, quasi macabro a volte, è riuscita a strapparmi non pochi sorrisi (ma anche a farmi un po’ paura).
Ultima nota: ho adorato i titoli dei capitoli. La scrittrice ha assegnato a ogni capitolo il nome della parte del cervello che è responsabile “dell’emozione” che la protagonista vive nelle vicende raccontate all’interno del capitolo.
In conclusione, Love on the Brain è un romance ben scritto, assolutamente piacevole da leggere, super adatto agli amanti del genere. Consigliato!