RECENSIONE: La memoria della colpa di Antonello Torzillo
TITOLO: La memoria della colpa
AUTORE: Antonello Torzillo
EDITORE: Il Seme Bianco
PAGINE: 160
TRAMA:
Una mattina del 2012, Arthur Collins si sveglia in un presente che non riconosce. Il sonno di una notte ha spazzato via vent’anni della sua vita, compreso il ricordo della moglie Lory. Solo il fratello, la madre e pochi altri, vengono risparmiati dalla sua amnesia. I primi accertamenti medici rivelano che la memoria di Arthur si è arrestata in un momento preciso della sua vita: il 1992. In quell’anno, si era recato in vacanza con i suoi due migliori amici, Trevor e Tim, ma lui era stato l’unico a tornare a casa.
RECENSIONE
Ho deciso di leggere questo romanzo spinta da un inizio che mi ha catturata: un giovane si risveglia nel suo letto e, poco a poco, si rende conto di non essere piú nello stesso posto dove si era addormentato. Leggendo, si prova una sensazione straniante che ci porta fuori dalle consuete coordinate spazio-temporali: il giovane in pochi minuti scopre di avere le tempie brizzolate, di essere sposato da tempo e… di non riconoscere la moglie; per non parlare del fratello, che lui ricorda ragazzino e che si rivela essere un uomo adulto.
Proseguendo nell’intreccio, devo dire di essermi lasciata coinvolgere da atmosfere a tratti surreali e che mi facevano pensare a interessanti sviluppi che non avrebbero potuto che sfociare nel paranormale… Io amo il genere, quindi mi sono lasciata trasportare volentieri nella lettura, malgrado la scrittura fosse un po’ acerba: d’altra parte sappiamo che oggi si preferisce pubblicare il prima possibile e farsi le ossa sul campo, nel confronto diretto con i lettori.
A poco a poco scopriamo che in realtà si tratta di un romanzo poliziesco: mentre fervono le ricerche per scoprire come mai Arthur, il nostro protagonista, abbia perso la memoria – questa sembra essere l’ipotesi piú accreditata per spiegare quanto successo – il mistero s’infittisce e, non volendo anticipare nulla sulla trama per non togliere l’effetto sorpresa, diciamo che a un certo punto la polizia è costretta a intervenire. Le indagini dovranno spingersi indietro di vent’anni per cercare di salvare il protagonista da vecchi rancori rimasti sopiti e improvvisamente riportati alla luce da un destino cinico e baro.
Io amo moltissimo anche il genere poliziesco, tuttavia ho provato una certa delusione causata dal fatto che se l’incipit del romanzo poteva sembrare interessante come paranormal, come poliziesco mi è sembrato un po’ scontato: e non perché non ci siano colpi di scena, ma perché i colpi di scena sono poco coerenti con le personalità dei personaggi per come vengono descritte dall’autore; l’essere umano è spesso imprevedibile, siamo d’accordo: ma leggendo il lettore deve vedere le “caselle” narrative sistemarsi al loro posto e tutto deve apparire consequenziale, a posteriori.
Comunque di questo romanzo ho apprezzato l’entusiasmo dell’autore nell’addentrarsi nei misteri della psiche umana, e come prima prova ne è venuto fuori un romanzo indubbiamente ricco di spunti e di elementi interessanti, però credo che Antonello Torzillo debba ancora lavorare molto se vuole davvero creare personaggi e vicende credibili e autentici. Senza dimenticarsi di perfezionare lo strumento della scrittura, ma questo è naturale.
Fatemi sapere cosa ne pensate 🙂