RECENSIONE: Cuori arcani di Melissa Panarello
TITOLO: Cuori arcani
AUTRICE: Melissa Panarello
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 204
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TRAMA:
Questo devi sapere. Primo: non c’è futuro senza presente e non c’è presente senza passato. Secondo: la prima risposta è sempre quella giusta. Terzo: non sempre quello che serve è quello che vuoi. Alla scomparsa della nonna Angela, Greta rimane sola al mondo. Perciò, in attesa di diventare maggiorenne, è costretta a lasciare il luogo in cui è cresciuta, a Catania – dove tutto, dai soffitti affrescati al profumo di scorze d’arancia che aleggia nelle stanze, le ricorda l’amore avvolgente della nonna -, e a trasferirsi in una casa famiglia che si trova in un piccolo paese alle pendici dell’Etna. Delle cose appartenute ad Angela, Greta porta con sé solo pochi oggetti, tra cui un mazzo di strane carte avvolte in un panno di velluto, i suoi Tarocchi. Non appena arrivata nella sua nuova casa, si imbatte in Arturo, un ragazzo dall’aria misteriosa – capelli neri di seta, occhi spietati e bellissimi e una bocca rossa come se avesse appena spalmato del sale sulle labbra – che la ammalia dal primo istante. Un ragazzo che sembra leggerle dentro come mai nessuno prima, del quale però nessuno nella sua nuova famiglia sembra sapere nulla. Una creatura dall’apparenza forte e al contempo estremamente fragile come se, al solo toccarlo, potesse rompersi in mille pezzi. E, soprattutto, con un destino crudele davanti a sé al quale solo lei sembra in grado di opporsi. Ma per farlo, Greta dovrà prima imparare a conoscere profondamente se stessa, liberandosi delle proprie paure. E, chissà, forse proprio nelle strane carte ereditate dall’amata nonna è indicata la strada per riuscirci…
RECENSIONE
Melissa Panarello non è nuova al mondo del mistero e dell’astrologia: dopo diversi successi editoriali – e soprattutto dopo essersi lasciata alle spalle Melissa P. e i suoi Cento colpi di spazzola, prima di andare a dormire – ha debuttato come inviata speciale nella trasmissione televisiva Misteri e oggi, per la rivista Grazia, cura una rubrica di astrologia, mentre nel 2014, con Mondadori, ha pubblicato 2015 – Un anno d’amore, oroscopo sentimentale per ragazze sveglie. Fatta questa premessa sarà più facile inquadrare il tema di questo suo nuovo romanzo.
Grazie a un mazzo di tarocchi, a degli indecifrabili taccuini appartenuti alla nonna e all’incontro con un misterioso fantasma di nome Arturo, Greta scoprirà di avere dei poteri paranormali che le consentiranno di venire a conoscenza del mondo della magia e degli spiriti, ma scoprirà anche misteri e segreti della sua stessa famiglia.
Ambientato ai giorni nostri, il romanzo porterà il lettore a imbattersi in maghi e streghe, in riti notturni per raggiungere gli abissi in cerca di potere, e poteri soprannaturali potenzialmente capaci di salvare le anime; questo lo scenario dentro il quale si muoveranno tutti i personaggi: Laura, Arturo, la vecchia zia, le donni di ventu e le donni di notti.
Ben descritti sono anche i personaggi marginali, quali gli altri ospiti della casa, la figlia di Laura, l’amica di Greta di nome Manuela o il nonno Bruno sparito nel nulla quindici anni prima, che l’autrice non lascia mai del tutto in secondo piano.
Greta dovrà sempre guardarsi alle spalle e non solo, faticherà infatti a comprendere anche chi le starà davanti.
L’amicizia, la paura di essere rimasta sola al mondo, la potenza degli affetti familiari, l’infatuazione, l’amore, sono i sentimenti attraverso i quali l’autrice ci racconta questa storia arcana; lo fa con la sua scrittura energica, evocativa e con frasi pregne di significato:
Mia nonna era solita ripetere che gli uomini possono diventare molto crudeli con le donne che non hanno bisogno di niente, e con lei Bruno lo era stato.
«L’amore è una cosa strana, Greta. È una cosa fortissima che ti fa sentire debole e molte persone non sono a proprio agio con la debolezza…
Un calore improvviso arrivò alle mie spalle, una folata di vento come quello d’agosto che, bollente, sollevava la sabbia al mare o faceva svolazzare le tende delle camere da letto nella controra.
Poi mi aveva dato tre libri di astrologia e mi aveva pregato di studiare. Erano consumati sui bordi e la copertina era così sbiadita che non si poteva leggere né l’autore né il titolo. Disse che era importante saper leggere il cielo, oltre che le carte. «Vedi, le carte sono poesia, ma il cielo è un romanzo avvincente!» disse.
Che piaccia o no il genere, la scrittura di Melissa rapisce e porta lontano, come faccia è un mistero… chiamato talento.
Benedetta
Non conosco, ottima recensione