RECENSIONE: Cronache dal Borgo di Laura Gronchi
TITOLO: Cronache dal Borgo
AUTRICE: Laura Gronchi
EDITORE: Alcheringa
PAGINE: 400
RECENSIONE
Darhan, un tipo non bello ma a suo modo affascinante, fa il buttafuori presso la discoteca Gli amici della notte frequentata da Andreina e dal suo gruppo. Andreina è una ragazza con mille problemi, ha un padre con una dipendenza patologica, una madre depressa e una piccola azienda alle soglie del fallimento che tenta disperatamente di tenere in piedi. Come se non bastasse la sua migliore amica, Clelia, è solo un’opportunista, ipocrita e senza scrupoli, fissata con la lettura dei tarocchi.
Una notte, all’uscita dalla discoteca, Andreina rischia di finire vittima di un pericoloso psicopatico. Darhan interviene salvandola da morte certa. Diverse sere dopo, un altro fatto increscioso sta per accadere ad Andreina, ma anche questa volta interviene Darhan. Le condizioni della ragazza imporranno all’uomo di prendere una decisone rapida, una scelta che inciderà sul loro futuro. Purtroppo, le difficoltà per mantenere un buon rapporto tra loro saranno molte, entrambi hanno vite complicate e non tutto può essere svelato.
Il romanzo mi ha sorpreso principalmente per l’intreccio di diversi generi. Oggi si assiste spesso a una promiscuità che non sempre dà buoni risultati, in questo caso devo ammettere che il romance, il giallo e il fantascientifico si intersecano in modo originale. In Cronache dal Borgo non manca nemmeno la scena d’azione.
I personaggi (l’investigatore Giordano, il Capitano e l’Uomo, solo per citarne alcuni) e gli eventi che li legano risultano credibili per il contesto adottato, e ogni figurante è ben caratterizzato; si fa solo un po’ di confusione tra Skil e Shit. Il lavoro pieno di rischi di Darhan e la vita avvilente che conduce Andreina sono ottimo carburante per il dipanarsi di questa storia che, pur ambientata ai giorni nostri, lascia intravedere in parallelo un mondo sconosciuto (non aggiungo altro per non spoilerare). La scrittura è scorrevole e gli eventi si susseguono incuriosendo il lettore. Facile prendere a cuore le vicende di Andreina e Darhan, che nel trambusto delle loro vite riescono a trovare rifugio l’uno nell’altro. Personalmente, per quanto non c’entri affatto il paradiso, ho visto in Darhan la metafora dell’angelo custode.
Una lettura gradevole, che invita a riprendersi la propria vita senza lasciarsi schiacciare da quella ammalorata di chi ci sta intorno.