REVIEW TOUR: Adam – origine di Lorenzo Bosisio
TITOLO: Adam – origine
AUTORE: Lorenzo Bosisio
EDITORE: self
PAGINE: 256
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TRAMA:
I Territori sono un mondo sotterraneo. Il popolo vive in un’immensa città costruita all’interno di grotte ciclopiche dove il Culto, sotto la guida dell’Oracolo, governa con il pugno di ferro una società rigida e diseguale.
Durante una missione esplorativa, Adam e la sua compagnia vengono decimati da mostri erranti nelle oscure profondità della terra. Trafitto e sanguinante, sfugge alla morte per un soffio e scova inconsapevolmente un segreto nascosto per secoli.
La scoperta lo catapulta in un complotto ordito dal Culto per occultare una verità capace di sconvolgere l’intero tessuto sociale. Tradito, isolato, accusato di crimini infamanti, Adam deve lottare per difendersi dai nemici che vogliono metterlo a tacere.
Lo scontro lo spinge oltre ogni limite e costringe lui e i suoi cari a mettere a repentaglio la vita stessa.
Soccomberà al soverchiante potere del Culto o saprà sopravvivere per vedere il sorgere di una nuova epoca?
RECENSIONE
Scrivere questa recensione non è per me una facile impresa: mi sono confrontato con alcune delle blogger che hanno preso parte a questo review tour e dai nostri scambi sono emersi pareri contrastanti (come avrete notato anche dalle recensioni uscite nei giorni scorsi), tra chi ha apprezzato moltissimo l’ultimo lavoro di Lorenzo Bosisio e chi invece non lo ha apprezzato affatto. Io voglio esser franco: personalmente non l’ho né bocciato né promosso a pieni voti; va però fatto un distinguo tra quello che è il mio gusto personale e “bagaglio” di storie vissute e quelli che invece sono aspetti più oggettivi che vanno necessariamente contestualizzati, considerando anche il pubblico a cui l’opera si rivolge. Pertanto, in quanto segue, cercherò di porre in risalto gli elementi positivi che ho riscontrato al netto della mia opinione personale… fermo restando che qui e lì vorrò fare qualche commento soggettivo, non potendo prescindere dalla mia esperienza di lettura.
Fatta questa doverosa premessa (lo so, come sempre sono lungo), iniziamo.
L’elemento che immediatamente ci colpisce è la costruzione dell’ambientazione, si tratta infatti di un’ambientazione fantasy-distopica atipica per molti aspetti. Sin dalle prime pagine ci accorgiamo che tutta la storia si sviluppa in un mondo sotterraneo, in cui l’oscurità e la luce hanno un ruolo estremamente significativo; viene poi accennata l’esistenza di un ecosistema e viene, via via nel testo, descritto il sistema sociale degli abitanti in questo mondo. Il tutto è narrato in modo semplice e pulito, con pochi fronzoli.
Personalmente avrei voluto saperne di più, ma comprendo che non fosse questo il focus della narrazione e di conseguenza posso anche capire la scelta di fornire delle descrizioni talvolta minimali; a mio avviso però sono problematici alcuni “salti” spazio-temporali che riguardano gli spostamenti dei personaggi: la narrazione fatica a trasmettere l’immensità dei labirinti di cunicoli, dando l’impressione che viaggi infiniti durino solo pochi passi. Insomma, l’ambientazione seppur abbozzata ha sicuramente un fascino suo e un grande potenziale, che spero venga maggiormente sfruttato nei prossimi libri della serie.
Il velo di distopia ce lo fornisce poi l’istituzione che detiene il potere politico e spirituale in questo “sottomondo”, una sorta di Chiesa che ha totale controllo sulla vita di tutti gli abitanti.
Attraverso i personaggi di questa Chiesa l’autore riesce a passare molti messaggi; emblematiche sono le figure dei quattro sacerdoti e di Padre Zaccaria, e i loro “contraltari” rappresentati da Zula/sorella Chiara (protagonista della seconda parte del romanzo), fratello Michele e padre Raffaele.
Con questi personaggi si affrontano tematiche di grande valore, come il rapporto con una fede fatta anche di facciate, che possono celare un’anima ben più marcia di quella del peggior peccatore. Un altro tema è poi legato all’uso strumentale dell’ideologia religiosa a sostegno di un ordine costituito e come arma per la repressione… Per quanto rilevanti e sempre attuali, i temi proposti ai miei occhi presentano due difetti. Il primo riguarda il retrogusto di “già visto”: ci sono decine di libri e film che in modi anche molto diversi ne parlano e offrono significativi spunti di riflessione. Il secondo punto debole riguarda invece la difficoltà dei personaggi ad andare oltre gli stereotipi; per esempio, uno dei personaggi citati sopra è lo stereotipo dell’uomo oramai ebbro di potere, disposto a tutto pur di esercitarlo, intoccabile, pronto a tutto pur di scalare le gerarchie, e ovviamente senza alcun rancore o rimorso… Insomma, riconosco l’idea di fondo ed il suo valore ma fatico a vederne una realizzazione innovativa.
Passando poi ai personaggi principali: Adam e Zula sono ben caratterizzati… ma anche qui niente di fuori dal comune. Il primo è il classico eroe protagonista, sia nel comportamento sia nelle capacità; la seconda è un membro della Chiesa che incarna l’opposto di quanto descritto sopra, un faro di speranza per un’istituzione corrotta fino al midollo.
Il loro sviluppo è l’aspetto forse più interessante, soprattutto quello di Adam… Mentre per Zula non ho capito il senso di farle accadere una cosa terribile, senza però che questa abbia – almeno in questo libro – nessuna conseguenza reale, nessun trauma concreto, se non una blanda “incazzatura”. A mio avviso quello che le capita è un po’ gratuito: comprendo l’intento – dare una scossa al personaggio – ma credo che ci si sarebbe potuti arrivare in modo differente, anche considerando le atrocità di cui si rende testimone.
Gli eventi vengono raccontati in modo pulito e chiaro; c’è una discreta prevedibilità nella sequenza degli eventi, però questo non è necessariamente un difetto. Le ultime cinquanta pagine raccontano una svolta che si conclude in un finale accattivate (carico di significato, apre diversi temi che spero siano ripresi nei libri successivi) e non scontato, che lascia intravedere un futuro in cui fantapolitica e giochi di palazzo potrebbero essere molto presenti.
Giungo dunque alla conclusione del mio commento. Questo è il primo libro che leggo dell’autore, so che i suoi precedenti romanzi e racconti sono stati abbastanza apprezzati, ma io inizio dal suo progetto più ambizioso, ovvero una trilogia, e per me non è un inizio roboante; d’altro canto, considerando il target di lettori a cui si rivolge (è uno young adult), ci troviamo sicuramente di fronte a un libro più che dignitoso, capace di offrire molte, interessanti, questioni su cui riflettere.
Emme
P.S. A mio avviso il libro tratta in modo semplice temi complessi, tuttavia il rischio è duplice: da un lato temo che abbia reso in modo un po’ superficiale questioni molto profonde (vedi il caso di Zula); d’altra parte credo che alcuni messaggi e alcune analogie con il mondo reale (che permettono di godere a pieno dell’opera) possano non essere alla portata dei lettori più giovani… in particolare di coloro che sono solo alla ricerca di un romanzo in cui immergersi per qualche ora e con cui “scappare” da una realtà che già da sola, visti anche i tempi, di storie “negative” ne offre anche fin troppe.
Attenzione, ci sono alcune scene molto violente, che per me non sono affatto problematiche – soprattutto se pensiamo che vidi Alien all’età di otto anni – ma va fatto notare che potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno…
Ringraziamo tutti i blog che hanno partecipato a questo evento e vi invitiamo ad andare a leggere anche le loro recensioni… troverete una bella varietà di opinioni su questo libro!
autori emergenti, distopia, fantasy, recensione, Young Adult
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