Buongiorno a tutti!
Il nuovo anno di In mille parole è partito alla grande, con un tema assai complesso: questa volta i nostri autori hanno dovuto scrivere un racconto dedicato alla Befana, con incipit fisso e con l’obbligo di inserire nel testo i versi della famosa filastrocca dedicata alla vecchietta più celebre di sempre.
Ecco a voi la classifica di questo mese:
1. ‘A Befana di Anna Maria Scampone
2. Il vento che cambia di Antonio Di Cesare
3. Buoni o cattivi di Alessandro Ricci
Complimenti a tutti! La cara Befana ci ha tenuto un’ottima compagnia con tutte le sue avventure 😉
Qui sotto trovate la versione integrale del racconto vincitore.
‘A Befana
di Anna Maria Scampone
– La Befana vien di notte… Ecco, signor ispettore del lavoro illustrissimo, su sta cosa c’avrei da dì un par de cosette.
– Mi dica signora.
– Siccome che c’ho ‘na certa età e so piena d’acciacchi, non è che me potete fa cambia’ er turno de consegna? La notte è gelida, fijetto bello, l’umidità nun me fa bene.
– Mi spiace signora, ma secondo il contratto che lei ha sottoscritto tanti e tanti anni fa, il giro per la consegna dei regali deve farlo di notte. Vede, è scritto qui, nero su bianco.
– E che non ce lo so. Sarò vecchia, ma non rinco… però, siccome che so pure cecata, diventa un problema controlla’ a scopetta. Pareva impazzita. Tetti, comignoli, spigoli… aho, ne avessi mancato uno. Certe sgnacchere che non sto qua a racconta’. So tutta un dolore, li mortacci loro, piena de lividi, contusioni e graffi.
– Capisco, ma non ci sono clausole nel contratto, che forniscano un appiglio, uno spiraglio per venire incontro alla sua richiesta.
– Ispetto’, er principale mio me manna in giro co’ le scarpe tutte rotte. Po’ esse che possiamo sfrutta’ sta cosa a nostro vantaggio?
– Temo che questo non cambi molto la situazione. Ma signora mia, lei si rende conto dell’attesa dei bambini. Si addormentano pensando ai doni che lei porterà. Non vorrà deluderli?
– E pe’ loro che nun ho protestato finora e che nun sciopero. E ce n’avrebbi de motivi. Tiè, guarda come so ridotta… co’ le toppe alla sottana. È n’indecenza.
– Guardi, sul suo aspetto possiamo fare qualche pressione e chiedere un cambio di look.
– Eccelle’, nun te seguo; nun capisco dove vòi anna’ a para’
– Le facciamo aggiornare il guardaroba: vestiti e scarpe nuove, magari una pelliccia per tenerla al caldo, dei guanti di pelle, uno scaldacollo per la cervicale.
– Me ci facci pensa’, ché l’idea nun me pare tanto peregrina.
– Lei avrebbe un aspetto più contemporaneo, non dovrebbe più presentarsi con un outfit datato, che la fa apparire ancora più vecchia. E non soffrirebbe più il freddo.
– Dotto’, come se dice… nun è l’abito che fa er monaco. Me ci vorrebbi ‘na spianatina ar naso, ‘na tiratina pe’ manna su gli zigomi e le tette, ‘na piallata alla panza e ar culone… ‘nzomma, ‘na bella ristrutturata.
– E ma signora mia, lei chiede l’impossibile!
– Eh no, perché impossibile? Me voglio plastifica’ tutta come Barbarella… l’hai vista ch’è tornata ‘na creatura?
– Mi scusi, non la seguo. Chi sarebbe questa persona? Un’altra befana?
– Prima… prima dell’intervento era ‘na befana; doppo s’è fatta spara’ addosso kilowat di luci pe’ nun fa vede’ le crepe e le zampe de gallina e, alla fine, s’è decisa a prenne il toro pe’ le corna e s’è fatta tira’ tutta, e mo la devi da vede’. Splende.
– Lei vorrebbe sottoporsi a degli interventi chirurgici per migliorare il suo aspetto? Mi faccia controllare se la cosa è fattibile.
– Controlli ispetto’, nun c’ho prescia. Er giro l’ho già fatto.
– Guardi, mi spiace, ma l’ unica spese prevista è la polvere di stelle per fare il pieno alla scopetta; c’è un fondo di riserva per cerotti, disinfettanti e bende e null’altro.
– E che vor di’?
– Che qualsiasi cambio di look e le cure estetiche sono a carico suo.
– Me coj… e co’ quali soldi le pago ‘ste spese? Non so’ mica du’ spicci. Pure a fa’ gli straordinari nun ce posso arriva’.
– Mi spiace, non posso che raccomandarle di non arrendersi. Pensi a quanta gioia porta in ogni casa. E quanto sia importante la cenere e il carbone che lascia ai bambini che hanno fatto i monelli. Se non me li avesse portati quando ero piccino, avrei continuato a fare i capricci e, forse, non sarei diventato la persona che sono. Vada signora. La saluto con l’ augurio che ogni bambino fa, quando scarta un regalo… Viva, viva la Befana!
L’AUTRICE: Anna Maria Scampone
Sono un’insegnante di scuola primaria. Ho una grande passione per la lettura e la scrittura e scrivo da sempre. Sin da bambina riempivo quaderni con le mie storie e le mettevo in scena con le mie sorelle. Ho coltivato queste passioni, la scrittura, la lettura e il teatro. Ho continuato a divorare libri, ho messo su una compagnia teatrale, ho scritto e pubblicato due libri. Il mio Di donne e di coltelli è una raccolta di racconti sulla violenza di genere; L’ombra della Madre ruota intorno al mito della Dea Madre; vede protagoniste una comunità di donne disposte persino a uccidere pur di mantenere il segreto sulle pratiche ancestrali che si tramandano da generazione. Entrambi i libri sono autopubblicati. Ho un libro in dirittura d’arrivo (secondo giro di editing) dal titolo Rosso Ciliegia. È un thriller psicologico: è la storia di Anna, una trentacinquenne che vive da sola, in compagnia del suo gatto. Ha un contratto in scadenza, una storia finita male alle spalle, due amiche del cuore. La sua vita scorre tra alti e bassi e poi cominciano gli incubi. Quello che Anna non sa è che un uomo entra nella sua camera ogni notte per guardarla dormire. Ringrazio per l’apprezzamento riservato alla mia storia. ‘A befana costituisce il tentativo di cambiare genere e stile di scrittura: voglio sondare la possibilità di alleggerire il mio modo di scrivere, puntando sull’ironia. Questa volta, a quanto pare, ci sono riuscita.
Cosa ne pensate? Vi è piaciuto il racconto?
Vi ricordo che, se non l’avete già fatto, potete acquistare su Amazon la nostra antologia In mille parole: la trovate QUI.
ALEX