REVIEW PARTY: Di mondi diversi e anime affini di Raissa & Momo
TITOLO: Di mondi diversi e anime affini
AUTORI: Mohamed Ismail Bayed e Raissa Russi
EDITORE: De Agostini
PAGINE: 208
TRAMA:
Si può crescere nella stessa città, camminare per le stesse strade, incontrare le stesse persone, ma vivere storie così lontane da sentirsi abitanti di due mondi diversi. Quella di Mohamed è la storia di un bambino che impara troppo presto a conoscere sulla propria pelle l’ostilità dettata dall’ignoranza, la cattiveria del branco e l’ipocrisia degli adulti. Un bambino dagli occhi grandi, pieni di sogni, che desidera provare quel senso di appartenenza e calore che ci fa sentire “a casa” e costruire un futuro migliore per sé e per la sua famiglia. Quella di Raissa è la storia di una bambina circondata da una bolla di amore e protetta da tutto ciò che è “diverso”, che si apre al mondo piena di curiosità e domande e vuole imparare a camminare sulle proprie gambe. Una bambina con un universo interiore vorticoso, che cerca una lente per mettere a frutto il suo talento e a fuoco il suo futuro. Due strade parallele che curvano l’una verso l’altra, sfiorandosi, fino ad arrivare a intrecciarsi e diventare una. Due anime affini che si riconoscono. Due “io” che diventano un “noi”. Perché, anche se si proviene da mondi diversi, si possono vivere le stesse emozioni: le paure, l’insicurezza, la fatica nell’accettazione di sé, la voglia di farcela, la capacità di sorridere, il desiderio di amare. Quella di Mohamed e Raissa è la storia di due ragazzi che si innamorano e affrontano insieme tutte le esperienze di una giovane coppia, scoprendo passioni in comune e quelle piccole diversità che ci rendono unici. Ma che imparano anche cosa significa lottare quotidianamente contro l’odio e i pregiudizi, e scelgono di non restare in silenzio, ma di usare l’autoironia come unica arma, trasformando le difficoltà in un’occasione di crescita personale e la loro storia in un punto di riferimento per tanti ragazzi e ragazze come loro. Per aprire insieme il primo capitolo di una storia nuova.
Lui: classe 1993, nato a Casablanca e cresciuto a Torino.
Lei: classe 1996, nata a Moncalieri e cresciuta a Torino.
Lei: italiana per tutti.
Lui: no, italiano solo per pochi.
Lei: Raissa Russi.
Lui: Mohamed Ismail Bayed, più semplicemente Momo.
Due rette parallele che – per caso? destino? fortuna? nessuna ragione? – a un certo punto si sono toccate, per poi proseguire intrecciate nell’imprevedibile percorso a ostacoli chiamato vita.
Di mondi diversi e anime affini racconta la storia di una coppia mista, Raissa e Momo appunto, e lo fa con i toni dell’autobiografia a voci alternate: nel corso del libro abbiamo l’occasione di seguire entrambi dall’infanzia al tempo presente, cogliendo differente e similarità nelle loro storie.
Con Raissa scopriamo una famiglia amorevole – nata dall’incontro tra Sud e Nord Italia – e molto protettiva: Raissa è sempre stata dentro una bolla di cristallo, quello che c’era fuori faticava a vederlo… almeno finché le storture del mondo non le si sono parate davanti, bloccandole la strada, pungolandola, costringendola a guadare in faccia la realtà. E la realtà è fatta di privilegi, di pregiudizi, di molestie, di obblighi, di cattiverie. Credo che l’aspetto più interessante della parte di Raissa stia nella rappresentazione dell’indecisione e dello spaesamento che caratterizza più o meno tutti noi giovani di oggi: cosa farò da grande? La risposta a questa domanda non è affatto semplice, soprattutto quando il “da grande” è già arrivato.
La storia di Momo invece – mi perdoni Raissa – trasmette un caleidoscopio di emozioni e – lo ammetto – io avrei letto volentieri molte altre pagine su di lui: le sue sono righe di abbandono, di dolore, di ritrovamento, di gioia, di speranza, di perdita, di sofferenza, di rassegnazione e di ritrovata forza, di coraggio. La voce di Momo è la voce di un bambino che non ha mai smesso di sognare, che dietro ogni muro vede una porta che si apre, di una speranza che non si interrompe mai. Di una speranza sofferta, certo, ma che è luce e aiuta a ritrovare il cammino.
Il tema principale intorno a cui si sviluppa il libro è, ovviamente, il razzismo, che è un male silenzioso che avvolge persone e luoghi. C’è il razzismo urlato, violento, di chi grida “sporco n*gro” per strada e di chi chiama “terroristi” tutti i musulmani, ma c’è anche il razzismo velato, quello che non ti picchia in testa ma ti avvelena piano piano: è il razzismo di chi per la figlia non vorrebbe mai un compagno “straniero”. Per fortuna questa malattia può essere curata e la conoscenza è la cura di ogni ignoranza. Dove c’è contatto, interazione, relazione sparisce l’odio e si afferma il rispetto.
Il messaggio voluto dagli autori arriva, colpisce.
Per quanto riguarda la forma, si sente invece lo stile acerbo di Raissa e Momo, che non hanno mai scritto un libro prima e che faticano un po’ a tenere insieme le pagine. I capitoletti sono veloci, i pov alternati creano ritmo e personalmente ho apprezzato questa scelta per la struttura: aiuta a sopperire all’inesperienza stilistica.
Di mondi diversi e anime affini non è un capolavoro letterario e nemmeno una medicina per i mali dell’umanità: una lucina di speranza, però, l’accende per tutti.
Conoscete Raissa e Momo? Vi ispira questo libro?
Alex
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