RECENSIONE: Le sfide di Apollo – La torre di Nerone di Rick Riordan
TITOLO: La torre di Nerone
AUTORE: Rick Riordan
PAGINE: 396
EDITORE: Mondadori
TRAMA:
La terribile battaglia del Campo Giove è stata vinta, e grazie all’aiuto dei semidei Apollo è sopravvissuto a Tarquinio e al suo esercito di non morti, e ha sconfitto gli imperatori Commodo Caligola. La guerra però non è ancora finita, e per il dio del sole, intrappolato nella forma mortale del patetico adolescente Lester Papadopoulos, è tempo di affrontare l’ultima sfida. Seguendo la sibillina profezia dell’arpia Ella, Apollo ritornerà a Manhattan, dove tutto ha avuto inizio, e con l’inseparabile amica Meg si addentrerà nella torre di Nerone, il più crudele degli imperatori, per ucciderlo e sventare l’apocalisse che intende scatenare. Ma una minaccia ben peggiore è in agguato: Pitone, il suo acerrimo nemico, tiene sotto controllo l’Oracolo di Delfi e sarà presto così potente da plasmare e avvelenare il futuro dell’intera umanità. Diviso tra il desiderio di tornare sull’Olimpo e la volontà di difendere chi ama, Apollo dovrà scegliere per cosa lottare, anche a costo di perdere per sempre la sua immortalità…
RECENSIONE
Cari lettori, questa recensione non è per me una semplice recensione, ma è il tassello conclusivo di un puzzle che ho cominciato ben dieci anni fa. Ero una bambina di otto anni che frequentava la seconda elementare quando ho iniziato a leggere il primo libro mai creato dalla penna di Rick Riordan e, dopo ben un decennio, eccomi qui maggiorenne e a qualche mese di distanza dall’esame di maturità per parlarvi del capitolo conclusivo del mondo di Percy Jackson.
Aggiustare le cose.
Come? Non riuscivo neppure a immaginarlo.
Sei mesi prima, quando ero precipitato su Manhattan, la risposta sarebbe stata ovvia: mi bastava tornare sull’Olimpo, essere di nuovo immortale, e tutto sarebbe stato fantastico. Dopo qualche altro mese come Lester, forse avrei aggiunto all’obiettivo anche la distruzione del Triumvirato e la liberazione degli antichi Orali… soprattutto perché quello era il modo per recuperare la divinità. Ora, dopo tutti i sacrifici che avevo visto, le sofferenze patite da così tante persone… cosa significava aggiustare le cose?
La torre di Nerone non è il miglior libro di Rick Riordan a livello di trama, infatti ho trovato alcuni punti un po’ forzati o non perfettamente sviluppati, però nel complesso è sicuramente la degna conclusione di un’ottima saga.
Per quanto rigurda la trama ciò che non mi ha completamente convinta è la parte della battaglia finale: dopo ben cinque volumi, mi aspettavo un finale con champagne e fuochi d’artificio, invece in pochi capitoli si tirano le somme di tutti i casini che hanno accompagnato Lester/Apollo negli ultimi sei mesi della sua vita. Inoltre, avrei preferito che Riordan fosse più crudele con i suoi personaggi: capisco che può essere difficile scegliere di eliminare un personaggio a cui i lettori si sono affezionati, però in alcuni casi è necessario perché la storia abbia un maggior impatto. Certo, Riordan ha sacrificato Jason ne Il labirinto di fuoco, però c’erano anche altri personaggi a cui secondo me avrebbe potuto dare una conclusione diversa… Insomma, ricordiamo tutti le lacrime che abbiamo pianto nell’ultimo libro di Percy Jackson con le morti strazianti di Beckendorf, Selena Beauregarde e Luke… in questa saga non ho trovato lo stesso pathos.
Dalla morte di Jason Grace, avevo trascorso intere notti insonni a chiedermi se sarei stato in grado di mantenere la promessa che gli avevo fatto. Ammesso che fossi riuscito a tornare sull’Olimpo, sarei stato in grado di ricordare cosa significava essere umani, o mi sarei subito ritrasformato nella divinità egocentrica di una volta?
Aspetto che, invece, l’autore ha gestito benissimo sono le relazioni tra i personaggi.
Lester e Meg sono un duo fantastico in grado di regalare sempre spettacolo ed emozioni: dopo sei mesi passati insieme (sempre sul punto di morire da un momento all’altro) il rapporto che si è creato tra i due è più di un’amicizia, è come se fossero da sempre fratello e sorella, sono diventati l’uno l’estensione dell’altra; non hanno più bisogno di parole per comunicare, uno sguardo è sufficiente per intuire i pensieri dell’altro; il loro è un rapporto fondato sulla fiducia e sul rispetto reciproco, anche nei momenti di massima crisi sanno di poter contare sull’aiuto del proprio compagno.
In quest’ultimo libro Apollo e Meg sono affiancati, ancora una volta, dai ragazzi del Campo Mezzosangue, soprattutto da Nico, Will e Rachel. Nico è da sempre il mio personaggio preferito (oltre a Percy, ovviamente), perciò non ho potuto che adorare la decisione di affidagli un ruolo non da poco nell’ultimo capitolo della saga. Nico e Will insieme sono una coppia fantastica, sono diversi come la luce e il buio, eppure insieme funzionano alla grande… spero che le voci su un possibile romanzo dedicato interamente a loro siano vere, sarebbe fantastico. Rachel è un personaggio che, invece, non mi ha mai convinta troppo, tuttavia ho trovato azzeccata la scelta di lasciarle spazio in questo libro, infatti essendo il nuovo Oracolo di Delfi è più che legittima la sua partecipazione alla lotta contro Pitone e il Triumvirato per liberare gli Oracoli sacri ad Apollo.
Lei aveva scelto me, ma anch’io avevo scelto lei. Mi fidavo di Meg; non malgrado il suo passato con Nerone, ma proprio in virtù di quello. L’avevo vista lottare. Avevo ammirato i progressi che aveva ottenuto a caro prezzo. Dovevo credere in lei, per il mio bene. Meg era – che gli dei mi assistano – il mio modello di vita.
Ma ora parliamo proprio delle ultime pagine del romanzo… Ragazzi, mi veniva da piangere. Una volta recuperato il suo aspetto divino, Apollo decide di far visita a tutte le persone che lo hanno aiutato nel corso del suo viaggio e in questo modo Riordan ci ha dato la possibilità di salutare una volta per tutte i vari personaggi che hanno popolato il fantastico mondo frutto della sua immaginazione: Hazel e Frank, Leo, Piper, gli abitanti della Waystation di Indianapolis, Reyna e le altre Cacciatrici di Artemide, Percy e Annabeth. Lo zio Rick ci ha regalato un bell’abbraccio di gruppo con tutti questi straordinari personaggi che hanno davvero segnato la mia infanzia e la mia adolescenza. Una parte di me, forse, avrebbe voluto una maggior presenza di Percy e Annabeth, ma, dall’altra parte, capisco la decisione di farli comparire solo alla fine: se avessero partecipato alla lotta contro Nerone, probabilmente tutti gli altri se ne sarebbero potuti andare tranquillamente in vacanza; oppure sarebbe stato ancora peggio se avesse deciso di inserirli ma facendoli agire solo in secondo piano… Quindi tutto sommato condivido la scelta dell’autore.
Credo che Apollo sia stato il personaggio perfetto per concludere questo percorso, perché con i suoi innumerevoli libri Riordan ha sempre voluto rappresentare un mondo in cui chiunque fosse in grado di trovare il proprio posto e avesse la possibilità di essere un eroe, e il cammino di Lester/Apollo rappresenta proprio l’importanza fondamentale di credere in se stessi e, soprattutto, di credere nelle persone che ci stanno accanto per raggiungere i nostri obiettivi.
Le sfide di Apollo raccontano una storia di formazione, ma soprattutto insegnano a dare valore a ogni singolo istante della nostra esistenza; l’insegnamento più grande che Apollo apprende nei panni di Lester è la preziosità della vita, il coraggio di guardare in faccia ogni giorno e prepararsi ad affrontarlo al meglio: quando si è un dio immortale ogni giorno appare uguale a quello appena trascorso o a quello che si avvicina, il passare del tempo non ha alcun valore, la vita stessa non ha un vero valore; quando si è umani, invece, si comprende realmente la necessità di cogliere l’attimo e di vivere ogni singolo momento come se fosse l’ultimo. Non sono gli dei i veri eroi, bensì gli uomini e le donne pronti a sacrificarsi per le persone che più hanno a cuore; non è simbolo di coraggio affrontare un intero esercito da soli quando si è immortali, lo è, invece, scegliere di scendere in campo quando le possibilità di salvezza sono praticamene nulle. Apollo grazie a Lester impara molto, e noi grazie a lui e a tutti i suoi amici impariamo ancora di più.
Avete già letto questo libro? Cosa ne pensate?
MARTA
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