RECENSIONE: “Il Dominio del cielo. Clotho” di Lewis Russell
TITOLO: Il dominio del cielo. Clotho.
AUTORE: Lewis Russell
EDITORE: Linee Infinite
PAGINE: 538
TRAMA:
Quando all’improvviso la remota base Persephone 1 su Plutone viene attaccata misteriosamente, l’UNSPF (United Nations Space Protection Force) manda la squadra del tenente Francis J. Cook ad indagare. Frank non sa che sta per iniziare un lungo viaggio ai confini del sistema solare e oltre, che gli permetterà di vedere nuovi pianeti, di conoscere la vera natura dell’uomo e una terribile minaccia contro l’intera umanità: la leggendaria avventura del “Viaggiatore” ha inizio.
RECENSIONE
La fantascienza: non ho mai nascosto essere sicuramente uno dei generi che più di tutti apprezzo. Sin da quando sono piccolo ne ho letta e vista tra cinema e videogiochi.
Ho sempre amato l’idea di guardare al futuro e ho sempre amato l’idea di farlo prevalentemente con le lenti che ci venivano concesse dal presente. Ogni epoca storica ha sempre sbirciato oltre il suo tempo e si è sempre proiettata nel futuro, oltre i confini del noto, immaginando con fantasia il domani. Ogni epoca storica ha quindi la SUA fantascienza, strutturata a partire dalle conoscenze tecniche e scientifiche a disposizione e anche dalla fiducia che gli umani hanno riposto negli sviluppi di queste ultime; ecco perché alla fine degli anni Ottanta, nel pieno della miniaturizzazione che ha portato alla rivoluzione informatica, sono esplosi immaginari fantasiosi e, forse, irrealistici per quanto positivi (parlo di sviluppi come macchine volanti, androidi e IA perfettamente autocoscienti entro le prime decadi del secondo millennio; non erano per nulla positive le storie in cui erano immerse queste idee, lo so bene).
Ad oggi i temi della fantascienza non sono poi sostanzialmente diversi da quelli delle ultime tre decadi dello scorso millennio, ma tutto ha un velo di realismo in più e in questo sono d’esempio opere cinematografiche recenti, tra tutte Interstellar.
È in questo contesto di fantascienza pseudo-realistica e “post moderna” che il libro di oggi si colloca.
Oggi parliamo de Il Dominio del cielo. Clotho, libro di Lewis Russel ed edito dalla Linee Infinite Edizioni, che ringrazio per averci concesso la copia cartacea per la review.
Partiamo cacciando di peso l’elefante nella stanza: il libro mi è piaciuto… ma… Con me ci sono sempre dei ma 😉
La narrazione prende le mosse indicando il chi, il dove e circa il cosa. Pochi fronzoli, poche spiegazioni non necessarie: l’autore le elargirà quando ne avremo bisogno.
Il libro ci mette nei panni del protagonista Francis Cook, un membro dell’UNSPF (United Nations Space Protection Force) in servizio sull’ammiraglia della federazione (cit a Star Trek d’obbligo) in orbita intorno a Plutone, poiché le basi istituite sul suolo del pianeta nano non rispondono da tempo ed è necessario capire cosa sta accadendo.
Non mi concentro ulteriormente sulla trama, mi limito a dirvi che tutto prenderà dei risvolti inaspettati e che il viaggio del soldato sarà incredibile.
La storia è, senza se e senza ma, ben scritta. Ricca di colpi di scena e con tutti gli ingredienti (viaggi verso l’ignoto, nemici misteriosi, mondi unici ed inesplorati ecc.) di una qualunque opera classica di fantascienza, ma così ben mescolati e saggiamente dosati che rendono il prodotto solido nella sua classicità e gli donano a tratti un gusto nuovo e fresco.
Il romanzo ci vedrà seguire i personaggi in viaggi spaziali ai confini (e oltre) del sistema solare e ai confini della fisica. A chi ha visto la serie classica di Star Trek, in alcuni punti non potrà che ricordarla, però con una scrittura degna e sensata (no, non amo la serie classica).
In questo senso vorrei anche riconoscere un ulteriore merito all’autore, il quale dove ha potuto ha giocato con le libertà della parte “fantasy” della storia di fantascienza donando, giustamente, loro una contestualizzazione pseudo-scientifica. Invece, al fine di incrementare il realismo della narrazione in generale, ha lavorato bene con la “geografia” dello spazio che è noto all’uomo.
Il primo difetto, dal mio punto di vista, lo trovo però in un eccessivo spingere l’acceleratore su alcuni elementi fantasy che mi hanno dato, soprattutto verso la fine, l’idea di star leggendo un manga Shonen (es. Dragonball) piuttosto che un romanzo. (Questo è un difetto estremamente personale che non inficia in alcun modo la valutazione complessiva dell’opera)
La narrazione però non è solo dal punto di vista del protagonista. Più volte durante il libro la prospettiva cambia per portarci in un altro luogo e farci vivere le vicende dei vari comprimari. Se ho apprezzato il più delle volte questa tecnica narrativa, in grado di creare dei bei cliffhanger o di spezzare momenti in cui venivano date ingenti quantità di informazioni, a volte mi è sembrato che il cambio non sia stato gestito sempre al meglio. Parlo di pochi capitoli, che però hanno anticipato eventi che sarebbero accaduti da lì a poche pagine, rovinando, di fatto, alcuni plot twist che sarebbero stati decisamente interessanti. Su tutti la rivelazione degli antagonisti, anticipata letteralmente di cinque pagine.
I personaggi sono poi in generale ben scritti e, pur non essendo estremamente approfonditi, svolgono decisamente bene le loro funzioni. Inoltre è da sottolineare come la mancanza di informazioni su alcuni di essi sia una situazione cercata dall’autore e sfruttata proprio per creare un alone di mistero e incertezza circa tutti gli eventi narrati nel testo.
Infine, per quanto riguarda il testo, la CE ha fatto un ottimo lavoro. Non ho trovato refusi di sorta durante la lettura e, se proprio devo trovare un pelo nell’uovo, questo riguarda solo alcune frasi che creano bisticci di parole che mi hanno strappato un sorriso.
Questo libro è uno di quei casi in cui si può, e si deve, dire: Ottimo lavoro!
È un libro ottimo sotto ogni punto di vista, con pochissimi difetti. Non è un libro poi troppo impegnativo: nonostante le sue più di cinquecento pagine, la lettura riesce a scorrere rapida e senza intoppi. La storia è semplice da seguire e da riprendere anche dopo una lunga pausa (avevo degli esami da fare); la struttura a brevi capitoli permette facilmente una lettura in pillole, ma non impedisce una bella abbuffata. Insomma, un libro che va bene a mio avviso per tutti i tipi di lettore.
Consigliato a tutti coloro che di fantascienza ne hanno masticata e per i quali sarà un simpatico stacco dai grandi del genere; consigliato anche a chi di fantascienza non ne ha mai letta: questo testo è un ottimo punto d’ingresso nel genere, per chi volesse evitare di partire con le raccolte infinite dei racconti di Asimov o di impelagarsi nella lettura di Dune (nonostante siamo tutti felici per il suo ritorno nelle sale).
Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi piacerebbe leggerlo.